Assemblaggi Creativi
Assemblaggi creativi ha impegnato gran parte dell’anno scolastico 2016/17 e ha coinvolto 10 scuole del territorio partenopeo, principalmente della periferia est della città, che hanno lavorato secondo un modello di rete verticale, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado.
Hanno partecipato oltre 700 bambini e ragazzi e i prodotti di questo laboratorio sono stati presentati in una mostra al MANN dal 5 al 10 aprile 2017, all’interno della Collezione Farnese ospitata al piano terra del Museo.
Un laboratorio d’arte che ha raccontato Joseph Beuys a bambini e ragazzi.
La figura, le idee e il lavoro dell’artista tedesco, geniale innovatore di forme, sono stati presentati con i documenti di più facile accesso e reperibili in rete: video di azioni, performance e dibattiti, oltre alle foto ormai diventate icone.
Oltre al lavoro di Beuys, sono stati portati tra i banchi di scuola anche le forme e i modi di un’ intero periodo artistico recente, gli anni 70 del novecento, che ha avuto aspirazioni precise:
i bambini si sono chiesti chi “sono tutte quelle persone fotografate accanto all’artista che pianta le piante a Kassel” hanno notato dunque un pubblico attivo e partecipativo all’interno di quel che veniva loro presentato come “lo spazio dell’opera” ;
hanno familiarizzato con la presenza fisica dell’artista riconoscendola come protagonista e spazio stesso dell’opera (dimensione “politica” del comportamento e dell’agire artistico);
hanno notato il valore fortemente simbolico e comunicativo che Beuys attribuiva ad aspetti apparentemente elementari del linguaggio, come l’abbigliamento e l’aforisma.
In generale, i bambini e i ragazzi hanno partecipato in maniera creativa e integrativa all’evidenza testuale dell’opera di Beuys, che ha caratteristica di “evento condiviso”.
I principali aspetti della vita e delle opere dell’artista:
l’elemento biografico e iniziatico della caduta dell’areo in Crimea durante la seconda guerra mondiale, rappresentato dalla ricostruzione in scala di un modello d’aereo da guerra in uso nell’aviazione tedesca e realizzato in carta pesta, realizzato da allievi del terzo anno del Liceo Artistico “Don Milani” di San Giovanni a Teduccio e completato da bambini di varie scuole con ritratti a pastello copiati dalla storica immagine di villa Orlandi ad Anacapri del 1971 dal titolo “La rivoluzione siamo noi”;
un elementare ”ready made” che prende spunto da una foto che ritrae Beuys con un ombrello, appunto, nel 1984 e che ha destato molte curiosità è stata pretesto per “modificare” e decontestualizzare l’oggetto dalla sua funzione, caricato di altri significati e definizioni fino ad essere collocato come “oggetto d’arte” tra le statue della Sala degli Imperatori ;
l’elemento linguistico dell’aforisma che riassume il pensiero di Beuys sull’arte e sulla sua natura antropologica e collettiva, che non si risolve mai in slogan privo di significato ma consente approfondimenti e riflessioni, spiegate e trascritte “a parola di bambino” su strisce colorate e collocate tra le alzate dello scalone d’ingresso nell’ atrio del museo;
l’immagine storica della perfomance “La rivoluzione siamo noi” restituita alla sua matrice di multiplo e trattata come texture con rudimentali elementi di pop art fino a costituire il corpo della stessa immagine ingrandita su grande formato;
infine “La piantagione dei bambini - Noi piantiamo gli alberi e gli alberi piantano noi” dedicata all’impegno ecologista di Beuys e ispirato alla Piantagione Paradise di Bolognano che ospita migliaia di specie in estinzione anche per cause di scarso mercato. Qui i bambini sono stati sollecitati a piantare simbolicamente fiori inventati e disegnati dalla loro creatività, con un percorso di sollecitazione visiva che ha incluso almeno le esperienze di Balla e Munari.
Le idee di Beuys di collaborazione, scambio e cooperazione tra individui sono diventate, in tutto il percorso, metodologia didattica concreta, prassi operativa condotta in maniera sistematica per una “comunità” di bambini e ragazzi che ha condiviso dall’inizio l’intero progetto e la sua realizzazione in ogni fase.
Interazione, scambio, partecipazione e solidarietà, rispetto e valorizzazione delle differenze, ricerca di armonia ed equilibrio, cooperazione e condivisione sono stati elementi di una prasi operativa che ha fatto incontrare bambini di scuole diverse, di etnie diverse e con abilità diverse, che hanno lavorato insieme nei laboratori attivi nelle scuole e negli spazi del museo, preparando e condividendo concretamente il progetto di allestimento finale.
I singoli lavori sono transitati in tutte le scuole e tutti i bambini hanno contribuito alla loro realizzazione “a staffetta creativa”.
Responsabile scientifico del progetto
Luigi Filadoro per l’associazione culturale étant donnés, in collaborazione con il Servizio Educativo del Museo MANN.
Guarda i video del progetto
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